Disegni bolognesi del XVI secolo nelle collezioni del Louvre

Descrizione

Questa mostra accompagna la pubblicazione del volume 12 dell'Inventaire Général des Dessins Italiens, dedicato ai disegni bolognesi del XVI secolo nelle collezioni del Louvre.

Presenta disegni realizzati da artisti bolognesi o che fecero della città la loro patria adottiva, tutti attivi prima dell'arrivo dei Carracci. Una selezione di quarantaquattro fogli fa luce sull'evoluzione del disegno bolognese lungo tutto il Cinquecento, mettendo in scena grandi artisti e personaggi meno noti, anche se prolifici.

Un nuovo modo di disegnare, raffinato ed elegante, talvolta al limite dell'estroso, nasce nei primi anni del Cinquecento, nelle botteghe di Francesco Francia, Peregrino da Cesena, Marcantonio Raimondi e Amico Aspertini. Artisti meno noti come Innocenzo da Imola, Bagnacavallo, Biagio Pupini e Girolamo da Treviso, attivi tra il 1515 e il 1550 circa e intrisi di cultura classica e raffaellesca, contribuirono alla progressiva creazione di un nuovo stile caratterizzato dagli effetti drammatici dell'ombreggiatura e della luce , aprendo la strada a uno stile moderno.

Verso la metà del secolo, Pellegrino Tibaldi portò da Roma a Bologna un nuovo linguaggio monumentale, ispirato a Michelangelo e caratterizzato da una raffinatezza calligrafica dovuta molto a Perino del Vaga. Poi, nella seconda metà del Cinquecento, Prospero Fontana, Lorenzo Sabatini e Orazio Samacchini, dopo essersi affermati nella decorazione di diversi palazzi, esportarono il loro stile in alcune città limitrofe a Bologna, poi Roma e la sua dintorni, quando furono chiamati a lavorare per il papa bolognese Gregorio XIII.

La mostra presenta anche i disegni di Bartolomeo Passerotti, l'artista più influente della scuola bolognese, che ha imposto il suo nuovo approccio analitico al mondo naturale, prefigurando il linguaggio artistico della generazione a venire.